Lo stress del lavoro, la vita frenetica, gli esami universitari e chi più ne ha più ne metta, ci portano alla necessità di evadere e rilassarci. No, non sono necessarie ferie, basta un weekend al massimo tre giorni, per arrivare, scoprire e innamorarsi di Málaga.
Fulcro della Costa del Sol, è una delle città più dinamiche e in crescita di Spagna, basti pensare che ha appena superato Valencia come polo turistico iberico. Affacciata sul Mediterraneo, Malaga è un’ottima meta per “staccare la spina”.
Ma cosa ha di speciale la città?
Se i divertimenti della Costa del Sol non sono abbastanza, Malaga regala l’arte – città natia di un certo Pablo, di cognome Picasso – il cinema – Antonio Banderas tanto per citarne uno – la cucina, la storia, il flamenco, i tori e tutto ciò che è la tradizione spagnola.
Primo Giorno
Una volta atterrati all’Aeroporto Málaga-Costa del Sol, si può raggiungere tranquillamente il centro in 3 modi: taxi (€20-25 è la tariffa), treno (esiste un Cercanía, l’equivalente spagnolo del passante ferroviario, molto economico, attorno ai €2) o autobus (passa un bus ogni 30 minuti, dal costo di €5) e da lì respirare aria di freschezza e di calma. Con autobus e treno si scende alla fermata lungo la via Alameda Principal e da lì si può girare tranquillamente a piedi, avvicinandosi sempre di più al mare.
La ciudad si snoda partendo dalla Plaza de la Merced, con il suo inconfondibile monumento ai caduti e la statua di Picasso seduto su una panchina. Qui infatti si trova la casa natale e ora fondazione del grande artista spagnolo, ovviamente la città ospita anche un museo a lui dedicato, Museo di Picasso. Si procede poi verso il Teatro Cervantes seguendo Calle Gómez Palelle, nella quale si trova il Mercado de la Merced, dove degustare qualche tapas. Oppure sempre partendo dalla piazza, ci si può perdere nei vicoli e proseguendo su Calle Granada, arrivare ai 3 must della città: la Cattedrale della città, il famosissimo bar Pimpi e Calle Larios la via del lusso malagueño.
La Cattedrale barocca, definita “La Manquita”, letteralmente “la monca” in quanto incompiuta. Infatti uno dei 2 campanari non è mai stato completato, leggenda vuole che ciò sia dovuto alla pereza, la pigrizia, dei muratori andalusi. L’ingresso non è gratuito (€6) ma comunque ne vale la pena per scoprire al suo interno anche il Jardín de Naranjas, il giardino degli aranci.
Tappa obbligatoria è il Pimpi, il locale “istituzione” della città, dove si può degustare il vino dulce: sia fresco Cartojal accompagnando il pasto, che come vinsanto post cena.
Da qui scatenatevi nello shopping lungo Calle Larios.
Secondo Giorno
Raggiungete Calle Alcazabilla, che ogni anno ospita il festival annuale del cinema proprio nei presenti Cine Albéniz. Proseguite per il Teatro Romano e la fortezza dell’epoca musulmana Alcazaba, per vedere con i vostri occhi il contrasto artistico dei questi due stili che determina il fascino della città.
Altra tappa obbligatoria è sicuramente il Castillo de Gibralfaro, il castello che domina la città, raggiungendolo tramite il passaggio de La Coracha. Se riuscite poi a programmare la discesa verso l’ora del tramonto, potete fermarvi al Mirador de Gibralfraro, un perfetto punto da cui godersi il panorama del sole che si spegne nel mare e le luci della città che si accendono per dare vita alla serata.
Per cena non potere rinunciare al Mesón de Cervantes, uno dei ristoranti migliori in rapporto qualità/prezzo. Oppure Casa Lola, una taverna caratteristica che produce vermut, dove è imprescindibile provare la porra antequerana e le crocchette, consigliatissime quelle con el rabo (la coda) di toro.
Per la continuazione della serata, le offerte sono quasi infinite: dalle terrazze alle discoteche, passando per i classici cocktail bar e i tablaos, dove si può gustare uno spettacolo di flamenco.
Terzo Giorno
Partendo sempre dal centro, si raggiunge agevolmente il Paseo del Parque, dove sorgono il municipio, il Banco di Spagna e i giardini di Pedro Luis Alonso. Qui scoprirete:
- un piccolo spiazzo con delle panchine, sui cui sono impresse frasi e citazioni della città
- il Biznaguero, ossia la statua del venditore di biznaga una composizione floreale con un ramo di gelsomino appoggiato su una foglia di cactus
- il Cenachero, altra statua del venditore di sardine, pesce tipicamente pescato nella zona
Alla fine della via, si trova l’edificio simbolo della Spagna: la Plaza de Toros de la Malagueta, dove ogni anno durante la settimana di feria, si svolgono le corride, manifestazione della corsa dei tori.
Lo stesso nome lo si trova in un’altra tappa imprescindibile del viaggio: la Playa de la Malagueta, la spiaggia principale, ricca di chiringuitos dove è possibile gustare degli ottimi espetos de sardinas, cotti sulla sabbia presa dalla spiaggia.
Mentre passeggiate sul lungomare lungo Paseo de la Pérgola, fermatevial al Muelle Uno, un piccolo centro commerciale all’aperto proprio sul mare.
I periodi più folkloristici in cui visitarla sono durante la già citata settimana di Feria (metà agosto) e in Semana Santa, cioè dalla Domenica delle Palme a Pasqua, dove le processioni per le vie proseguono tutto il giorno. Tutto l’anno, viste le poche piogge, si può godere del sole e di una temperatura sempre mite, ma in estate si raggiungono picchi anche di 45°C.
A questo punto correte subito in agenzia per organizzare il vostro long weekend a Malaga!