A volte è difficile descrivere a parole un’emozione, un ricordo o un profumo, ma un viaggio in Russia è molto più di tutto questo, e regala così tanto, da meritare di essere condiviso.
Quando sono partita la prima volta per Mosca ero carica di speranze e aspettative, ero pronta a mettermi alla prova dopo anni di studio. Però, una volta arrivata, l’impatto è stato più forte di quanto mi aspettassi. In quella città, le cui foto incredibili si vedono su internet e le cui descrizioni si leggono nei capolavori di Tolstoj e Dostoevskij, il tempo sembra essersi fermato: l’impero sovietico si respira nell’aria, si scorge negli edifici e si intravede negli occhi della gente.
Mosca è il cuore di una nazione che copre undici fusi orari; è una città luminosa, ricca, povera e spesso gelida.
Qualsiasi cosa richiama il vecchio regime comunista: la Piazza Rossa è sulla linea rossa della metropolitana (la prima ad essere stata costruita nel 1935 e punto da cui passano tutte le altre), le sue stazioni sono famose per essere tra le più belle del mondo e vale la pena fare il giro dell’anello centrale per scendere e visitare letteralmente le fermate.
Per avvicinarsi alle principali attrazioni della città (in superficie) bisogna arrivare quindi in Piazza Rossa, dove si trovano:
- La Cattedrale di San Basilio, con le sue cupole colorate e i suoi interni labirintici, si trova nel centro geometrico della città ed è stata inclusa nella lista Unesco dei patrimoni dell’umanità.
- Il centro commerciale Gum, sfarzoso e scintillante, è curato nei minimi particolari ed è una città in miniatura con negozi, ristoranti, fontane e ponti colorati; nel periodo natalizio gli addobbi sono incantevoli e l’atmosfera è unica.
- Le mura del Cremlino, fatte di mattoni (rossi), sono circondate da torri svettanti sulla cui estremità si possono vedere delle stelle (rosse) che si illuminano quando scende il sole. La torre dell’orologio è quella più grande, visibile da qualsiasi angolo della piazza e l’interno delle mura invece è immenso, ci sono numerose chiese e musei e ci vuole qualche ora per visitarlo tutto.
- Il mausoleo di Lenin: meta di migliaia di turisti, è una costruzione in marmo (guarda caso rosso) che custodisce la salma del padre della Rivoluzione Russa. L’atmosfera all’interno è indescrivibile: appena si entra i poliziotti in alta uniforme intimano i visitatori al silenzio, nel rispetto di un luogo per loro sacro. L’interno è molto buio perché l’unica luce (rossa) che illumina l’ambiente, è proiettata sulla salma, inserita all’interno di una teca di vetro. La manutenzione del corpo viene fatta regolarmente e la leggenda narra che nei sotterranei del Cremlino fossero state condotte delle ricerche sul cervello di Lenin nella speranza di poterne estrapolare il genio.
- Infine, c’è il Museo Storico, che ospita opere e oggetti d’arte di diversa provenienza e fattura. Durante il giorno poi, si può anche assistere allo scenografico cambio della guardia, varcando i cancelli e percorrendo il perimetro delle mura in direzione dei giardini di Alessandro.
FUORI CITTA’
Appena fuori dalla città però, la realtà è molto diversa: la periferia è abbastanza degradata, lontana anni luce dal lussuoso centro; in mezzo poi ai palazzoni grigi tipicamente sovietici, ci sono dei parchi immensi che ospitano le antiche residenze degli zar.
Quelle che più mi hanno colpito sono due: la residenza di Alessandro I, un castello completamente in legno con le cupole verde bottiglia e gli interni caldi e accoglienti, e quella rosa e bianca decisamente più femminile di Caterina II. All’interno le stanze e gli arredamenti sono perfettamente conservati e talvolta ospitano delle mostre temporanee.
Un altro edificio che vale la pena visitare è L’Università Statale Lomonosov, costruzione risalente agli anni 50 che fa parte delle “sette sorelle”, sette grattaceli voluti da Stalin per mandare un messaggio importante al resto del mondo. L’esterno è incredibile, ma l’interno, con pavimenti in marmo su cui poggiano lunghi tappeti rossi, fa quasi dubitare di essere all’interno di un’università. Tra i corridoi delle facoltà, incorniciati e appesi in bella vista su sfondo di velluto scuro, si possono leggere i nomi degli studenti che si sono distinti durante l’anno.
I parchi sono tanti perché in Russia sono un culto, e si percepisce: ideali per rilassarsi, sono estremamente curati e passarci la giornata è veramente piacevole; quello che mi è piaciuto di più è il Gorkij, che d’inverno diventa un enorme pista di ghiaccio ed è costruito intorno al fiume della città.
GASTRONOMIA
Il must gastronomico sono i ravioli tipici Pel’meni (con carne/ verdure), i Bliny (una sorta di crepe che si può abbinare con dolce e salato), pane nero, caviale, vodka, patate, cetrioli (si trovano quasi ovunque insieme all’aneto), l’insalata russa (che in Russia però si chiama Olivier, dal nome dello chef che l’ha inventata), lo Stroganoff (uno stufato di carne), il Borsch (una zuppa di barbabietole accompagnata da panna acida) e il tè, servibile ovviamente a tutte le ore del giorno.
Se invece volete fare un’esperienza culinaria ed emozionale dovete andare al ristorante Cafe Pushkin: verrete trasportati nella Russia ottocentesca e gusterete le prelibatezze della tradizione con sottofondo musicale di arpa e violini: un autentico viaggio nel tempo difficile da descrivere.
Tante volte mi sono scontrata col pensiero negativo che alcuni hanno nei confronti della Russia, ma spesso purtroppo viene giudicata erroneamente; come il quadro di un grande artista è piena di sfumature diverse, a volte contraddittorie, è vero. Ma cosa non le ha?
Le persone che ho accompagnato si sono in parte ricredute e in parte hanno riso di alcuni luoghi comuni che spesso trovano riscontro nella realtà, ma hanno scoperto qualcosa in più di un paese che senza dubbio, ha molto da raccontare.